Autori:
Dott. Ercole Romagnolo
Dott. Gennaro Falivene
Se può essere corretto affermare che il laser non fa nulla che non sia possibile fare con altri mezzi, è altrettanto corretto affermare che consente di esercitare, ove indicato, una odontoiatria mininvasiva non solo dal punto di vista chirurgico, ma anche dal punto di vista farmacologico, riducendo significativamente il ricorso ad antibiotici, analgesici, antinfiammatori.
Un classico esempio, eclatante, di questa peculiarità è il trattamento di alcune lesioni vascolari del cavo orale, con una tecnica ormai ben codificata.
Se la tecnica chirurgica classica di queste lesioni prevede anestesia locale, l’escissione della massa con probabile sanguinamento importante, con un minus residuale, e l’applicazione di punti di sutura con possibilità di cicatrice e retrazione,
il laser consente di operare senza o minima anestesia locale, senza creare soluzione di continuo dei tessuti, senza necessità di sutura semplicemente coagulando la lesione. Il principale effetto sui tessuti è, infatti, in questo caso, termico, conseguenza dell’assorbimento da parte dei cromofori dell’energia somministrata e conseguente aumento dell’energia cinetica molecolare e quindi del calore.
Spesso queste lesioni di natura vascolare si presentano alle labbra con notevoli disagi estetici-funzionali (vedi foto 1.).